CARISSIMI...

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ANCORA IN CAMMINO INSIEME

 

E’ difficile questo compito che ci è stato affidato. E’ sempre difficile dare la notizia “ufficiale” della dipartita di una persona cara. E’ difficile - e riapre ferite che non accennano ancora a rimarginarsi – ripercorrere con voi, Amici, quanto è accaduto. E’ penoso... ma questo compito abbiamo accettato e ci sembra doveroso portarlo a termine, così, semplicemente, tra Amici che patiscono il medesimo dolore e si fanno forza a vicenda.

Il 22 maggio scorso Luciano accusava una grave sofferenza respiratoria. Allarmati i familiari d’accordo con il medico di fiducia ritenevano necessario il ricovero presso l’Ospedale di Pistoia. I primi accertamenti non delineavano un quadro clinico roseo, ma non lasciavano presumere neppure una patologia tanto severa quanto poi si è dimostrata.

Tanto che il 28 maggio Luciano veniva dimesso dall’Ospedale con l’unico obbligo di seguire una terapia possibile al domicilio e aiutato nella respirazione dall’ossigeno.

Il 1 giugno, dopo una nottata difficile di dolori lancinanti in tutto il corpo, Luciano chiedeva di ricontattare con urgenza il suo medico perché sentiva che qualcosa non stava andando nel verso giusto. Il medico – sempre disponibile – accorreva e consigliava di nuovo il ricovero in Ospedale, ma i familiari questa volta decidevano il trasferimento al Presidio di Careggi. Ai medici fiorentini le condizioni apparivano subito gravi e gli accertamenti dei dieci giorni successivi (attuati con tutte le cautele del caso su di un paziente come Luciano già provato dalla malattia e allergico ad una serie di presidi medico/diagnostici) confermavano la complessità del quadro clinico tanto che i familiari si adoperano per organizzare un trasferimento presso un centro specializzato di Milano. Abbiamo visitato Luciano alcune volte a Firenze in Ospedale ed ora, con il senno di poi, crediamo di aver capito una cosa dalla sua vicenda e dal suo modo di affrontare il dolore (che lui pativa... non lo dava a vedere, ma pativa).

Il dolore gli tarpava le ali, gli rompeva le ossa. Era come un temporale che sfronda le foglie. Ma ogni foglia che cadeva scopriva ai suoi occhi un lembo di cielo. Può anche essere che, quelle che noi chiamiamo sventure, siano solo grosse pietre che fanno deviare il corso dei nostri flebili ruscelli, i quali però trovano così la via più breve per raggiungere il mare?

Luciano il 12 giugno alle 16,30, serenamente, in punta dei piedi, senza allarmare nessuno, come era stato il suo solito modo di fare di tutta una vita - a volte giudicato un po’ chiuso e burbero - sorretto dalla tranquillità di una “forza interiore fuori dal comune” (come l’hanno definita, commossi, i medici che gli sono stati vicini gli ultimi momenti... ma noi sappiamo essere stata la mano materna della Vergine), dava l’ultima scossa alle fronde lasciando cadere le ultime foglie di dolore che ancora a noi offuscano l’azzurro e vedeva il cielo così come egli lo ha sempre annunziato e testimoniato qui in terra.

E’ vero, si, è difficile Luciano, continuare ad affrontare le avversità della vita e le attività che tu svolgevi in maniera eccezionale con la semplicità e l’umiltà dell’ordinario. Più con più ora che sappiamo di non poterti vedere faccia a faccia e sentire direttamente il tuo modo franco e diretto di consigliarci. Ma ti sentiamo vicino, che preghi per noi e con noi la Grande Madre di Dio perché tutto ci sembri (o sia davvero) più facile. Sentiamo su di noi il tuo sguardo che ci invita e ci esorta a mantenere la promessa che ti abbiamo fatto, sicuri che potremo sempre contare sulla tua benedizione e sulla tua guida. Per questo vogliamo assicurare anche a tutti i “tuoi” – i nostri – “Amici di Lourdes” che niente del tuo sogno andrà perduto.

Raccogliamo con tenerezza e gratitudine ciò che ci hai consegnato in eredità, ossia quel compito che più di 50 anni fa ti venne affidato dalla Bianca Signora: portare a Lourdes, davanti alla Grotta, il maggior numero possibile di pellegrini. Uniremo le nostre poche forze e ci impegneremo per dare continuità nel modo migliore alla tua opera e all’attività dell’Associazione, certi di poter affidare a te ed alla nostra Madre Dolcissima, tutti i dubbi e le speranze che si presenteranno sul nostro cammino. Faremo “nostra” la “tua” missione. In questo compito sembra venirci incontro anche il Santuario. Infatti il TEMA PASTORALE DELL’ANNO 2015 scelto dal Vescovo di Lourdes sarà proprio "LOURDES, LA GIOIA DELLA MISSIONE" che si inserisce nello spirito della lettera apostolica Evangelii Gaudium, scritta da papa Francesco : " o immagino una scelta missionaria capace di trasformare tutte le cose, così che le abitudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e tutte le struttura ecclesiale diventi un canale adeguato per l'evangelizzazione del mondo attuale". Al Santuario di Lourdes – adattando alla nostra realtà quello che scrive Mgr Brouwet Vescovo di Lourdes - siamo tutti al servizio della richiesta della Vergine Maria a Bernadette fatta martedì 2 marzo 1858, nel corso della tredicesima apparizione: “"Andate a dire ai sacerdoti che si venga qui in processione e che vi si costruisca una cappella” Qual è dunque la nostra missione? Portare tanta gente a Lourdes, favorendo l'accesso alla Grotta ed alla sorgente, accompagnando i pellegrini sui passi di Bernadette alla scuola di Nostra Signora. Edificare la Chiesa predicando il Vangelo, ogni giorno nella nostra vita quotidiana, nelle nostre realtà di tutti i giorni, con il pensiero rivolto al messaggio di Lourdes. In questa povera Grotta di Massabielle, un angolo di cielo ha toccato la terra affinché tutti i pellegrini possano vivere l'esperienza della prossimità, della tenerezza e della gioia di Dio, del quale Maria è il volto e la serva. La nostra missione è quella di far sì che tutti coloro che vengono al Santuario si lascino toccare, davanti alla Grotta, dall'amore incondizionato di Gesù. La nostra preghiera, i nostri progetti, le nostre iniziative, i nostri lavori devono essere finalizzati a questo. Ecco la grandezza della nostra responsabilità: metterci, come a Cana, al servizio della gioia dei convitati seguendo l'esempio di Maria, affinché il Signore possa compiere la sua opera di misericordia nei cuori. Il Santuario deve essere il luogo dove tutti coloro che si avvicinano alla Grotta possano comprendere quanto sono amati da Dio. Dovremo sempre ritornare a questa missione, approfondirla, svilupparla, adattarla alle circostanze attuali. “Lourdes, la gioia della missione”: questa frase deve dunque essere ripresa, sviluppata, declinata da tutti noi (anche se non ci sembra un periodo in cui la gioia sia il sentimento preponderante nelle nostre esperienze personali e nella vita dell’Associazione) che ci prepariamo a vivere nello spirito di Lourdes l’anno 2015. Che lo Spirito di Missione, che animava già Bernadette quando testimoniava le Apparizioni dinanzi alle autorità civili della sua epoca, soffi sulla nostra Associazione, su tutti coloro che si prodigano nell'accoglienza e nell'organizzazione dei pellegrinaggi a Lourdes.


Marco e Federico diaconi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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